Manifesto Politico – Treni della speranza? No grazie, vogliamo treni reali.

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Terra e Popolo

Manifesto Politico

Il Movimento Politico di TERRA e POPOLO non è il risultato di un compromesso tra potere e presentabilità, fra proposte reali e proposte che vogliono solo raccogliere il consenso della gente, non è un’accozzaglia di promesse elettorali.

Il Manifesto di Terra e Popolo è il risultato della discussione e del confronto tra coloro che partecipano alle assemblee di questo movimento.

  •  Treni della speranza? No grazie, vogliamo treni reali.

Ogni prospettiva di sviluppo nella nostra regione e nel nostro territorio è impedita da una situazione infrastrutturale penosa.

I Governi nazionali, regionali e comunali degli ultimi trent’anni, da destra a sinistra, sono responsabili di un nuovo saccheggio ed impoverimento del sud, con particolare riferimento al nostro territorio ed a tutta la fascia ionica calabrese: non c’è stato nessun intervento strutturale ad una rete di trasporti già storicamente in difficoltà ed ormai da terzo mondo.

I riferimenti sono chiari ed incontrovertibili. I lavori della Salerno – Reggio Calabria non termineranno probabilmente mai: per ora si parla del 2020. La statale 106, unica arteria per gomma dello Ionio è a tratti una mulattiera.

La linea ferroviaria ionica è quasi un binario morto, percorso da diligenze da far west. In tutto questo politica, ‘ndrangheta e speculatori del cemento hanno ingoiato e divorato l’impossibile, di soldi nostri. Tutto questo è intollerabile.

A partire proprio dalla nostra città, intendiamo stimolare un processo popolare e istituzionale di indignazione e pressione, che induca passo passo un programma di interventi strutturali ed investimenti pubblici per una nuova rete di infrastrutture sulla fascia ionica della Calabria, potenziando e ammodernando le ferrovie, riaprendo le stazioni, mettendo in sicurezza ed a norma la statale 106, come inizio di una nuova era per i nostri territori. Per farlo non è necessario avere la lampada di Aladino, ma schiodare e mettere spalle alle muro chi in questi anni ha sprecato e mangiato il denaro pubblico. Schiodare anche i tanti che hanno utilizzato, e continuano ad utilizzare, il tema delle infrastrutture solo come leva per ottenere visibilità quando si è fuori dalle maggioranze e dai Governi, per poi dimenticare tutto una volta nei palazzi del potere, come si è fatto per decenni.

Un piano infrastrutturale serio e che parta dai bisogni della popolazione, non fatto di cattedrali del deserto inutili che la classe politica prende a cuore solo per favorire interessi particolari. Gli esempi sono decine, come quello dei porti turistici di cui la costa calabra è satura, i quali non hanno prodotto nessuno sviluppo e portano nomi e cognomi di proprietari terrieri, imprenditori o ‘ndranghetisti.